Vieni da me

Senza parole,
rapite da questa fredda primavera,
dove il bianco dei ciliegi si confonde
al bianco della neve.
Le api rimangono sul predellino
ad agognare fioriture e profumi.
Il caldo della stufa abbraccia la casa
e lascia traccia nel lento sospiro dei camini nell'aria.
Passa in silenzio il tempo appeso al muro
e non solo.
Passa il tempo sulle nostre sventure
e sui fulminei piaceri,
ma è già sera e con la notte si assopisce anche ogni colore.
Non chiudo al mondo là fuori,
anche se troppo rumore e dolore
fa male al cuore, a noi debolmente emotivi
ed incapaci di vivere un amore universale.
La finestra è un quadro nero del bosco,
dove non c'è guerra, neppure pace,
solo bisogni ed opportunità di un delicato equilibrio,
di cui non ne capiamo più il senso.
Malinconico e senza parole,
risucchiato in quel nero in cui proietto
passato e futuro.
Senza parole, perchè non servono a nulla in questo momento,
neppure darebbero senso a te, neppure a me.
Domani ci sarà il sole, così dicono,
ma sarò ancora senza parole;
solo uno sguardo alla ricerca di nuovi colori.
E sicuramente la porta resterà aperta per te,

alle tue chiare parole.
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Fosse merce rara

Parole di polvere,
basta un soffio per disperderle nell’aria
e farle respirare.
Qualche colpo di tosse per chi ne è allergico,
boccata d’ossigeno per chi ne condivide.
A volte ne siamo padroni ed a volte semplici schiavi.
Predatori o prede, nel gioco della vita.
Amo le parole che hanno bisogno del silenzio,
di una pausa fra un pensiero o una punteggiatura.
Amo le parole che hanno un valore,
anche nella diversità di quanto esprimono
e si allontanano dalla mia convinzione.
Ah, queste parole che distribuiamo come carte sul tavolo verde,
ma non aspettiamo il nostro turno per svelarle al mondo.
Potendo le gridiamo, come se il rumore le rendesse maiuscole, più intense,
ma nulla di ciò può superare il muro di chi non è desideroso di ascoltare.
Sebbene forti ed imperiose, possono aiutare quando il dolore è grande,
quando la sfida è ardua, quando la gioia è incontenibile;
anche se poi, ecco che quelle sussurrate all’anima
danno i benefici migliori e duraturi.
In questa nostra era possono essere immortali,
prigioniere della rete, fuori dalle biblioteche,
nella semplicità di chi le esprime.
Ma non ci rendono immortali nel presente, come vorrebbe la superbia dell’uomo.

E sono consapevole di averne spese troppe
e me ne scuso per la pretesa di averle rese utili e comprensibili.
Abbiamone cura di queste parole, come merce rara,
come se potessero finire improvvisamente
e svalutare la nostra storia.

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Piccolo uomo

Così lontano dai tuoi sogni
e da quegli sguardi complici di un'avventura.
L'aria finalmente è fredda e rende il cielo un cristallo nella notte.
Il vapore del respiro è l'apostrofo della mia vita,
l'inizio della storia e forse la sua fine.
Nell'oscurità di questo sentiero,
un senso di pace, perche c'è solo solitudine quando non si ama,
o quando non si cerca più.
E camminare anche quando si poteva stare al caldo,
e salire quando si poteva solamente rimanere,
passo dopo passo, pensiero dopo pensiero,
sasso dopo sasso.
Così lontano dalle tue sicurezze,
anche perchè la paura può insegnare
che l'essere imperfetto e diverso è fonte di saggezza.
Chissà quanti occhi nascosti nel buio mi stanno osservando,
ma nessuno con l'intento di rubarmi questo tempo,
solo rumori senza un nome.
Da questa cima, ora vedo da una parte l'ombra nera del bosco
e dall'altra le luci tremolanti di case e strade della valle.
Da questa cima, da una parte sento la forza della natura che ci fu compagna
e dall'altra la fragilità dell'uomo che si veste di sogni,
mentre uccide il suo presente.
Un brivido di freddo e riprendo il percorso del ritorno.
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Delirio consapevole

Le ultime parole si spendono come spiccioli
per comprare briciole d’amore.
Nemmeno l’autunno vuole vestire di colore i boschi,
permane un tempo sospeso, forse solo confusione.
Mi allontano dai rumori della guerra,
non per scappare, ma respirare.
Come si potrebbe fare?
Salendo un ripido sentiero
abbondano i miseri pensieri e li abbandono,
alla ricerca di una verità che mal comprendo,
a cui vorrei dissetare la mia inquietudine
e lavare le colpe e le bugie.
Ma a cosa serve essere solo tristi,
se non si è in grado di trasformare il dolore in rabbia,
la rabbia in azione e l’azione nel destino delle cose?
Non ci credi?
Osserva la tua vita, in piccolo
e proiettala sullo schermo del mondo, in grande.
Cosa vedi?
Con indiscreta beatitudine abbraccio la fiamma che brucia,
pare danzare con i sogni che ho dismesso tempo fa.
Ma sappiamo bene, vero,
che dalla cenere può ancora nascere un seme di speranza.
E forse quegli spiccioli non sono stati spesi invano.
…
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La ricerca

Qualcuno cerca un pezzo di materia,
qualcuno cerca un corpo
e qualcuno cerca un'anima.
In ogni caso sempre in ricerca,
a volte come cacciatore, altre come preda.
Un gioco che si chiama vita,
con alcune regole da seguire
e tante sfumature di colore.
Qualcuno non cerca nulla, perchè nulla gli è stato offerto.
Qualcuno non cerca più, perchè gli hanno tolto tutto
e qualcuno non cerca bene, accecato da miraggi e promesse irrealizzabili.
Un dramma che si chiama vita,
con poche scelte da poter fare
e tante paure che non se ne andranno via.
Siamo passi in cammino, anche stando fermi,
silenziosi quando scivoliamo nel tempo
e rumorosi quando il tempo sembra non appartenerci.
E siamo tante altre cose,
ma difficilmente interpretabili negli occhi di chi ci osserva:
e così si rimane perennemente alla ricerca di una propria storia da raccontare.
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Magia

A piccoli passi sono arrivato fin qua.
Non una grande scoperta, per molti,
eppure sono traguardi importanti
che lasciano impronte sulla pelle e nell'anima.
Il sole stanco è appoggiato sulla forcella;
non ci starà per molto.
Il tempo di concedermi i colori del fuoco,
di questa stagione arida come non mai,
colpevoli in parte di questo disastro.
Mi rifugio nello sguardo che accarezza le piccole cose,
quelle che molte volte abbiamo vissuto in un fiato,
ma che profumano ancora di buono, quasi fosse magia.
Non c'è nostalgia.
Ho imparato a rispettare il passaggio di vita
ed ho capito cosa rimane che abbia valore
e cosa non lascia traccia,
come uno sbuffo di fumo nell'aria.
Il sole è già al di là della valle,
mi piace pensare che ora svegli qualcuno che, come me,
cerca di disegnarne la forma ed i colori.
Nessuna pioggia all'orizzonte per chi ha sete,
solo una brezza che accarezza questi miti pensieri.
Un cammino che continuo insieme a voi,
amici e stranieri,
in un mondo che è troppo piccolo per il male che ci facciamo
e mai così grande per l'amore che possiamo dare.
Non una grande scoperta,
ma chissà, scintilla per chi ha spento la luce della speranza.
Brillano le prime stelle... di un universo infinito
e ancora magia, ne facciamo parte.
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Dove sarai

Nove rintocchi di una campana dal fondovalle.
Ritorno dai miei pensieri distesi sul prato tagliato,
dove i castagni fioriti ne fan di contorno.
La brezza della sera si maschera da gentile carezza
ed il vociare degli uccelli tra i rami ricorda la vita che apparentemente non vedo.
I colori si attenuano e sfumano nel cielo che attende la luna
ed io contemplo un dono che si rinnova da tempo.
Due passi lungo il sentiero fino alle arnie,
dove il lavoro incessante di migliaia di api si calma,
così come il tribolio della vita che mi porto dentro.
Immagini di una realtà a cui attingo forza e speranza,
ricordi di una realtà che sottraggo alle rughe del volto.
Non è moneta di scambio,
non è terreno di guerra,
non è potere che si può detenere.
E la campana suona di nuovo,
ma i miei pensieri sono già nella sera…
e non si accorgono del silenzio del tuo domani.
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A fondo perduto

A volte scrivo e poi cancello tutto.
Impossibile stemperare certi dolori,
come sarebbe poco umile pensare di confinare nelle parole certe gioie.
Così rimane quella via di mezzo,
quel detto e non detto che non da soddisfazione,
quel sussurro poco chiaro che sbiadisce in una traccia d’inchiostro.
E nonostante tutto, scrivo,
un pò sulla carta, un pò sulla pelle ed un pò nell’animo,
come ognuno di voi,
consapevolmente od inconsapevolmente.
A volte ricordo ed altre volte dimentico.
Non so come conserverò tutto questo,
o meglio come potrò ritrovarlo quando ne avrò bisogno.
Ne avrò bisogno?
Ripercorrerò sentieri già battuti?
Cercherò nella profondità dei vostri sguardi?
O solamente abbandonerò nuovamente tutto per rinascere?
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Vita

Quando tutto sembra ruotare intorno a te,
è felicità,
splendida serenità.
Le coincidenze diventano armonia,
una in fila all’altra,
come passi che ti portano alla meta.
E ti accorgi di quanto è azzurro il cielo,
ti quanto sia bello un fiore,
di quante sfumature ha ogni emozione che ci sfiora.
Schegge di felicità che penetrano nel cuore
e sciogliendosi nutrono un insieme.
Ed ancora ti accorgi del calore della voce,
del profondo specchio degli occhi che ti osservano,
della forza della vita su ogni dolore.
Ti lasci trasportare da questa corrente,
accettando il tuo destino,
quasi con la certezza che sia quello giusto,
quello che volevi che fosse.
Ma non durerà per sempre.
Sono momenti in cui ti godi il panorama da una cima,
ma sai che dovrai tornare a valle,
ed un domani, ricominciare da capo.
Così è, così sarà sempre.
Molte cose accadono e non ce ne accorgiamo.
Altre volte, sobri di vita e di ragione,
le riconosciamo naturali.
Fanno capolino le prime stelle della sera.
Come un bimbo curioso rimango a naso in su,
a respirare l’aria fresca,
a dimenticare le cose da fare
e se anche sono solo,
non sento più paura,
adesso.
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A volte ritorno

Osservo con stupore le parole sul foglio,
ma non le riconosco, seppur vergate da questa mano.
Scivolano come sabbia fine tra le dita,
e si perdono a terra con un fruscio
che ricorda l’agitarsi delle foglie al vento.
E’ inutile provare a conservarle,
sfuggono alle emozioni,
vano il tentativo di farne granito,
quando basta un pò di pioggia per svelarne la consistenza.
Un pezzo di gioia, un pezzo di dolore, stessa torta da dividere.
Ecco cosa vorrebbero descrivere…
… se solo avessi pennelli e colori ed un soggetto da dipingere.
Come sempre appese ad un filo virtuale
e ad un pezzo di vera terra,
quella che amo tanto,
che sa di muschio ed erba,
di fumo e cenere,
di sudore e di fatica,
di sorrisi e di ricordi,
di profumo e fogna!
Non le guardo più le mie parole;
le scrivo e le dimentico (come un bugiardo dimentica la verità).
Le abbandono come carte sopra un tavolo di bari,
dove non si sa chi abbia vinto veramente.
Mani in tasca, un respiro che ancora mi accompagna dal profondo,
continuo a passeggiare tra i miei sogni,
senza impronte… che possano portare fino a me.
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