La ricerca

Qualcuno cerca un pezzo di materia,
qualcuno cerca un corpo
e qualcuno cerca un'anima.
In ogni caso sempre in ricerca,
a volte come cacciatore, altre come preda.
Un gioco che si chiama vita,
con alcune regole da seguire
e tante sfumature di colore.
Qualcuno non cerca nulla, perchè nulla gli è stato offerto.
Qualcuno non cerca più, perchè gli hanno tolto tutto
e qualcuno non cerca bene, accecato da miraggi e promesse irrealizzabili.
Un dramma che si chiama vita,
con poche scelte da poter fare
e tante paure che non se ne andranno via.
Siamo passi in cammino, anche stando fermi,
silenziosi quando scivoliamo nel tempo
e rumorosi quando il tempo sembra non appartenerci.
E siamo tante altre cose,
ma difficilmente interpretabili negli occhi di chi ci osserva:
e così si rimane perennemente alla ricerca di una propria storia da raccontare.
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Amati

A che serve avere le valigie sempre pronte
se alla fine non si parte mai?
Un pò come avere un sogno nel cassetto
e non ricordare dove si è messo.
Magari un domani… chissà,
la solita scusa della quotidianità,
del rimandare a data propizia,
al sentirsi pronto, al dannato poi, se ancora oggi non voglio.
Passeggero di un treno che è sempre in ritardo,
mai una volta conduttore e decisori di scambi.
E’ tutto questo che vuoi?
Stasera il cielo stellato accarezza la mia semplicità,
complice il fuoco che schioppetta nel focolare
e mitiga la fresca sera del bosco.
Non ho valigie da portare quassù,
neppure treni da aspettare.
Solo genuini momenti, scanditi da antichi gesti che ci appartengono
e non cessano di essere importanti ,
così reali da farne scultura di legno,
acqua di sorgente e sorriso di vita.
Domani rimarrà solo cenere nel fuoco.
Dentro me, ancora fiamma che brucia questo mio prezioso tempo
ed alimenta una voce:
amati sempre.
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Sguardi d’altitudine

Tra le cose perdute,
rimane il calore di un fuoco acceso
a rinsaldare la vita con quello che conta.
Tra le persone perdute,
rimane un gesto, un sorriso, un pensiero
ad abbracciare quell'ombra nel nostro animo.
Da questa altitudine sbircio la mia storia,
la mescolo alle cime innevate,
alle valli che si perdono verso la pianura,
a questo blu che pare un mare al rovescio,
in cui navigo con la fantasia senza annegare.
L'odore di bosco mi ricorda da dove vengo
e dove vorrei stare,
dove ho imparato a soffrire e gioire,
a condividere e dimenticare.
Non mi inganna il passo delle stagioni
e so quanto ho perso e quanto posso ancora avere.
Uno come tanti che ha un'impronta nel fango,
una nella neve ed una nella polvere.
Non resterà traccia e sarà un bene,
perchè solo così,
altri miei simili scopriranno di essere unici.
Non soli, ma così unici da aver bisogno di una buona compagnia.
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Tremori

Le mani tremano un pò,
fatiche che ritornano.
Fuori un autunno mascherato d'estate.
L'infelicità si misura dai passi in questa stanza
e dall'orologio fermo su un muro.
Sentieri di polvere in Ottobre,
per taluni fortuna, per altri sventura.
Non ci si volta indietro
quando si è sicuri di un nuovo approdo.
Ci sono ancora fiori in giardino,
ma non ci sono sguardi che li sanno apprezzare.
Distanze che rimangono tali
se i percorsi restano paralleli,
senza incrociarsi,
se non all'infinito della nostra follia.
Qualche goccia di rugiada,
lacrime di luna,
o forse solo respiri che svelano
un cuore imprigionato nel ghiaccio della solitudine.
Respiro lentamente,
perchè ho un piccolo segreto,
che non svelerò.
Come un araba fenice,
rinascere dai propri errori,
ora che le mani non tremano più
ed il tempo ha un senso,
come l'odore di fiori fuori stagione.
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Magia

A piccoli passi sono arrivato fin qua.
Non una grande scoperta, per molti,
eppure sono traguardi importanti
che lasciano impronte sulla pelle e nell'anima.
Il sole stanco è appoggiato sulla forcella;
non ci starà per molto.
Il tempo di concedermi i colori del fuoco,
di questa stagione arida come non mai,
colpevoli in parte di questo disastro.
Mi rifugio nello sguardo che accarezza le piccole cose,
quelle che molte volte abbiamo vissuto in un fiato,
ma che profumano ancora di buono, quasi fosse magia.
Non c'è nostalgia.
Ho imparato a rispettare il passaggio di vita
ed ho capito cosa rimane che abbia valore
e cosa non lascia traccia,
come uno sbuffo di fumo nell'aria.
Il sole è già al di là della valle,
mi piace pensare che ora svegli qualcuno che, come me,
cerca di disegnarne la forma ed i colori.
Nessuna pioggia all'orizzonte per chi ha sete,
solo una brezza che accarezza questi miti pensieri.
Un cammino che continuo insieme a voi,
amici e stranieri,
in un mondo che è troppo piccolo per il male che ci facciamo
e mai così grande per l'amore che possiamo dare.
Non una grande scoperta,
ma chissà, scintilla per chi ha spento la luce della speranza.
Brillano le prime stelle... di un universo infinito
e ancora magia, ne facciamo parte.
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Dove sarai

Nove rintocchi di una campana dal fondovalle.
Ritorno dai miei pensieri distesi sul prato tagliato,
dove i castagni fioriti ne fan di contorno.
La brezza della sera si maschera da gentile carezza
ed il vociare degli uccelli tra i rami ricorda la vita che apparentemente non vedo.
I colori si attenuano e sfumano nel cielo che attende la luna
ed io contemplo un dono che si rinnova da tempo.
Due passi lungo il sentiero fino alle arnie,
dove il lavoro incessante di migliaia di api si calma,
così come il tribolio della vita che mi porto dentro.
Immagini di una realtà a cui attingo forza e speranza,
ricordi di una realtà che sottraggo alle rughe del volto.
Non è moneta di scambio,
non è terreno di guerra,
non è potere che si può detenere.
E la campana suona di nuovo,
ma i miei pensieri sono già nella sera…
e non si accorgono del silenzio del tuo domani.
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Mattino presto

E la notte lentamente si allontana
avvolta nel suo mantello nero
compagna del silenzio dei briganti.
Gli occhi si riaprono nella nebbia dei sogni
e ritrovano ciò che non hanno mai perso
od almeno ciò che rimane.
C’è un futuro da costruire
un presente imminente
un caffè che borbotta
e profumo di pane appena sfornato.
La luce rischiara le ombre dei cupi pensieri
e talvolta porta speranza dove c’era dolore.
Forse solo illusione, forse realtà
ma ci si sente più forti e meno soli.
Un giorno che nasce uguale per ognuno di noi
e poi dopo il primo nuovo respiro
diventa una storia diversa.
Rimane una tazzina vuota sul tavolino
e sul fondo un sorriso macchiato di te.
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Leggermente

Il casolare si svuota da umori e rumori.
Restano i vuoti dei commensali e la brace ormai spenta.
Un’aria estiva solletica i prati
ed accarezza la legna accatastata che profuma di resina.
C’è la terra che rimane assetata
dopo un inverno magro di pianto.
Nuvole scure s’affacciano in fondo alla valle,
ma è un brontolio di un vecchio
che ricorda confusamente tempi lontani.
E’ l’ora del passo lento,
del respiro che si adagia sui fiori di campo,
dei colori delle prime ciliege
e del divagare senza alcun peso.
Qualche animale guardingo si fa sentire,
pur rimanendo nell’ombra.
Mi fermo ed aspetto che sveli la sua presenza.
Ma nulla compare, sono l’ospite di cui non si fida.
Un altro giorno che ruota
e la luna rossastra s’impone;
come i miei occhi dopo un lungo abbraccio coi tuoi.
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Fuoco amico

Nella quiete della sera
si spande nell’aria il profumo dell’acacia.
Le api laboriose tornano nell’arnia
e non si curano di me, che le accarezzo con lo sguardo.
Vaga la mente senza meta,
sfilacciata di fronte alla guerra dei perdenti
che non possiedono nulla di valore
e non vincono nulla.
E’ il momento della solitudine
quella che porta bene all’anima,
un contrasto di nuvole bianche su un cielo terso,
di un sorriso rubato al dolore perenne.
Potresti chiudere gli occhi e provare a dimenticare,
ma non si può, forse solo un attimo di distrazione
prima di tornare a pensare alla pace.
Nella penombra della sera
si spande nell’aria un bisogno di speranza…
che non si lega ad un singolo evento,
ma abbraccia il mondo intero.
C’è odore di bruciato più in là
e non credere che non ci riguardi.
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Perdere

Lentamente scompari
nei tuoi sorrisi lontani,
ignorando come il tempo
possa perdere significato.
E le parole non servono più,
stringo la mano e questo è abbastanza.
Ti ho portato dei fiori.
Solo per te, regina madre della mia vita.
Fiori così belli per i tuoi occhi azzurri,
che tanto hanno saputo di me
e che ora, nella solitudine della malattia, si sono smarriti.
A me resta un cassetto di ricordi.
A te, solo un sorriso di neve
in questo ingiusto tepore d’inverno.
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